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C’è chi dice NO!

– NO! 

– …che modi!

In effetti sentirsi sbattere in faccia, malamente, questa parola non è il massimo della vita e di sicuro non aiuta a coltivare relazioni positive.

Ma…c’è un ma. C’è sempre un ma, non si vive di assoluti e in questo caso il “ma” è grande come una casa. Pronti?

I “No” fanno bene. I “No” servono, sono anzi necessari al nostro benessere.

Imparare a dire “No” (nei giusti modi, ne parleremo) è il primo passo per lavorare meglio, per combattere stress, ansia e iniziare (davvero questa volta) ad essere padroni del Nostro tempo.

Il “No” sano e costruttivo è un modo trasparente e maturo per difendere i nostri confini, per preservare ciò che per noi è essenziale e irrinunciabile.

Se ci giri intorno

– Be’ ma meglio far finta di niente, non rispondere alle mail, ignorare il telefono e nascondersi dietro la fotocopiatrice finché lo scocciatore non mi cercherà più…

– Be’, lascio intendere che potrebbe essere un sì senza sbilanciarmi. Se ne dimenticherà presto o andrà da qualcun’altro…

– Be’ lo capirà da solə…

Ehm…No! Non ci si può nascondere per sempre e ricordiamoci che il nostro interlocutore è spesso più intelligente di come lo consideriamo. 

Se vogliamo mantenere un equilibrio nella relazione, meglio optare per la trasparenza.

Questo ci fa apparire anche più maturi e rispettosi.

Se pensi di non avere scelta

– Be’ ma io “non posso dire di no”

Ehm…di nuovo No! 

E’ vero, ci sono alcuni casi in cui ci si aspetta che accettiamo la richiesta, magari perché si tratta di una mansione di nostra competenza, del nostro core business, di un progetto o un cliente importante da trattare con i guanti bianchi.

Ma se pensi di non essere autorizzatə a dire qualche “No” ti sbagli e c’è un solo modo per rendersene conto: provare!

Noi siamo gli unici veri responsabili della nostra felicità e del nostro benessere, i difensori di ciò che per noi è importante.

Come faccio a dire no?
Se fatichi a dire “No” ecco alcuni consigli:

Usa l’empatia

Ricordati che ricevere un no generalmente non fa piacere.

Mettiti nei panni dell’altrə e prova a sentire l’emozione che secondo te sta provando: può essere disagio, dispiacere, rabbia, sorpresa, confusione…

Fidati del tuo istinto: osservando le reazioni lo capirai facilmente. L’empatia è una dotazione base della maggior parte degli esseri umani, molto probabilmente ce l’hai anche tu.

Se conosci la persona che hai davanti, probabilmente riuscirai ad intuire come reagirà prima ancora che succeda.

Invece di mettere le mani avanti e pensare che dovrai subire la solita scocciatura, prova a prevedere la reazione e a comprendere perché potrebbe reagire così: cosa pensa in quel momento?

Con un po’ di esercizio potresti accorgerti che tutto sommato tu e il tuo interlocutore avete in comune molto più di quanto credi.

Quando hai compreso l’emozione dell’altro, faglielo sapere.

Bastano poche parole: “mi dispiace” oppure “capisco” saranno già un bel passo avanti, soprattutto se accompagnati dalla giusta espressione del viso.

A volte invece fa piacere dire un bel “no”. In quel caso evita di gongolare, se puoi…

Proponi alternative

Il boccone è più semplice da digerire se ci viene servito un piano B.

Se proporre un’alternativa non ti riesce facile, considera queste possibilità:

Proponi un tempo diverso: “non posso oggi, ma posso domani”. Oppure “Purtroppo non ho due ore, ma ti dedicherò senz’altro mezz’ora alle 17”.

Proponi un’attività diversa: “Non posso supportarti a fare A, ma ti aiuterò senz’altro a fare B” oppure “Non ho la possibilità di occuparmene al posto tuo, ma posso facilitarti il compito predisponendo l’attività x”.

Proponi uno scambio alla pari: “Riesco a seguire  insieme a te quello che mi chiedi, se finisco prima quello di cui mi sto occupando ora. Mi dai una mano?”

Proponi un’altra persona. In questo caso però evita lo scaricabarile, non è di questo che si tratta. Puoi suggerire al tuo interlocutore di chiedere il supporto di un collega o un amico che magari ha più tempo o lo farebbe volentieri per imparare qualcosa di nuovo o al quale farebbe piacere collaborare con la persona che ha bisogno di aiuto in quel momento.

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Marianna Cerbone

Formatrice per lavoro e per passione. I miei corsi sono ad alta interattività con giochi, attività pratiche e momenti di confronto tra i partecipanti. La mia seconda passione è il teatro di improvvisazione e quando teatro e formazione si intrecciano, le energie e i risultati si moltiplicano.