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Come diventare assertivi

L’assertività è una delle competenze più utili e più richieste nel mondo del lavoro.

Parliamo della capacità di relazionarsi in maniera equilibrata con le altre persone, a qualunque livello, in qualunque situazione.

Per saperne di più, ti consiglio di leggere questo post.

Ma come si fa a diventare più assertivi?

Allénati!

Innanzitutto è importante che sia chiaro e cristallino che non esiste un interruttore che magicamente trasforma i nostri comportamenti. 

Per ottenere un cambiamento, qualunque cambiamento, è necessario investire tempo ed energie, desiderarlo, lavorarci, fallire.

Insomma, per crescere come persone ci tocca lavorare sodo.

Dico questo non per scoraggiarti, ma per accertarmi che tu sia consapevole che ci vorrà un pochino di pazienza. I risultati arrivano, ma ce li dobbiamo sudare (come quasi tutto nella vita d’altronde).

Proprio per questo, la raccomandazione più grande che possa farti è quella di non credere a chi ti promette risultati immediati e facili. Difficilmente produrranno un risultato efficace e duraturo. É un po’ come fare una dieta: quando mai è stato facile? 🙂

Conosci te stesso

Prima di iniziare qualsiasi percorso, è importante sapere da dove partiamo.

Se vuoi diventare più assertivə significa che probabilmente hai una di queste due difficoltà:

  • Non esprimi facilmente il tuo pensiero, soprattutto se sei in disaccordo con la maggioranza o con il tuo interlocutore diretto. Può succedere che ti perda delle opportunità o che il tuo punto di vista non venga ascoltato o compreso.

Questo è molto comune tra chi comunica in modo passivo.

Oppure 

  • Quando dici quello che pensi, per quanto legittimo e per quanto tu possa avere ragione, spesso le parole ti vengono fuori in modo sbagliato, scortese o troppo duro. Può succedere che le persone si offendano, che si creino delle incomprensioni e che magari tu ti senta in colpa per come hai interagito.

Questo fa parte della comunicazione aggressiva.

Fissa il tuo obiettivo

Fissare l’obiettivo prima di iniziare un percorso di qualsiasi tipo è la regola zero. Talmente banale e ripetuta che la conoscono tutti e la mettono in pratica…no, quasi nessuno la mette in pratica. Parola di consulente!

Quindi fallo. Ora. Intendo proprio adesso. 

Prendi un foglio e una penna e scrivi il tuo obiettivo di crescita personale tassativamente prima di andare avanti a leggere. Non imbrogliare, scrivilo nero su bianco!

L’obiettivo formulato nella nostra testa svanirà come una nuvola di fumo al primo tentennamento o alla prima difficoltà, se non lo scriviamo.

Scriverlo e trovartelo sotto il naso è un passaggio importante per prenderti realmente l’impegno di perseguirlo.

Come scegliere l’obiettivo

Certo trovare un obiettivo osservabile e misurabile può essere difficile per temi intangibili come il comportamento umano.

Il mio consiglio è quello di pensare a persone specifiche o situazioni specifiche nelle quali fai oggettivamente molta difficoltà a comportarti in modo assertivo

Descrivi il più dettagliatamente possibile queste situazioni oppure le caratteristiche comuni alle persone con cui fai fatica.

Dopodiché prova ad appuntarti quanto spesso ti capita di gestire con poca assertività uno scambio, una chiacchierata, un confronto in quella situazione o con quella persona.

Conta proprio le occasioni in cui capita. Quante sono? Una su cinque? Una volta su due? Tutte le volte?

Bene, il tuo obiettivo potrebbe essere quello di ridurne la frequenza. 

Ad esempio se con una persona in particolare ad oggi perdi la pazienza una volta sì e una volta no, il tuo obiettivo potrebbe essere quello di far si che tu mantenga la calma due volte su tre. 

Ogni tre volte in cui ci parli, sarà un successo rispondere assertivamente almeno due volte.

Una volta raggiunto questo primo step, puoi sfidarti a migliorare sempre di più il tuo “punteggio” 

Definisci una scadenza

L’obiettivo è come uno yogurt: se non ha una scadenza c’è qualcosa che non va.

Ricordati di includere nella descrizione dell’obiettivo (lo stai scrivendo, vero?) una data specifica e inequivocabile, giorno, mese e anno, scritta a caratteri cubitali.

“Quando mi sentirò più sicura” non è una scadenza. “Quando inizierò a lavorare con la persona X” non è una scadenza.

Deve essere una data, un giorno presente sul calendario, questo punto non si discute 🙂

Scegli un tempo ragionevole: abbastanza vicino nel tempo, in modo che tu senta la scadenza che si avvicina, ma garantisciti del tempo sufficiente per ottenere un vero miglioramento.

Come quantificarlo dipende da te, da quanto è difficile per te oggi comunicare in modo assertivo, da quanto tempo avrai per dedicarti all’allenamento e allo studio dell’argomento, da quante opportunità hai di sperimentarti nella situazione per te difficile.

Se vuoi diventare più assertivə con il tuo compagno di scrivania, hai l’opportunità di allenarti ogni giorno. 

Se invece il tuo metro di misura è una persona che incontri ogni sei mesi, va da sé che avrai bisogno di più tempo per generare un vero cambiamento.

Inizia dal silenzio

Proprio così, il silenzio è un ottimo strumento di misura della tua assertività.
Il comunicatore passivo spesso parla molto meno rispetto al suo interlocutore.

Ascoltare è una dote eccezionale, non perderla! 

Allo stesso tempo, se ti rendi conto che nella tua testa gira un pensiero per te importante, se sei in disaccordo e credi che dirlo possa darti la possibilità di evitare conseguenze che non desideri, ricordati che ad un certo punto…tocca a te! 

Hai il diritto di parola e di espressione.

Sei stato/a ad ascoltare per gran parte del tempo, chi ti è davanti può benissimo dedicarti qualche minuto di attenzione.
Ad esempio puoi provare a decidere “a tavolino” di condividere il tuo pensiero nel momento in cui senti che la discussione sta finendo.
In questo modo non avrai l’imbarazzo di trovare “il momento giusto” in cui intervenire.

Se invece la nostra tendenza è quella di sovrastare l’altro e magari, ammettiamolo, spesso interrompiamo chi sta parlando (uso il “noi” perché, ahimé, anch’io ho questa brutta abitudine), possiamo darci il compito di aspettare pazientemente che l’altro finisca.

No, non sarà semplice né naturale all’inizio. É un po’ come quando abbiamo imparato le tabelline: ti ricordi che fatica? E sicuramente c’erano alcune operazioni che sbagliavi quasi sempre, come me.

Ecco, è la stessa cosa. Le prime volte ce lo dobbiamo proprio tenere a mente in maniera cosciente, quasi come un mantra “aspetta che finisca di parlare, aspetta che finisca di parlare…”.

Occhio a non perderti così tanto nel mantra da dimenticarti di ascoltare, mi raccomando!

Studia

Come tutte le competenze, anche l’assertività si impara studiando.
Non solo la teoria, ma anche e soprattutto sperimentando con esercizi mirati le nuove abitudini.

Ci sono alcune parole o modi di costruire le frasi che ti aiutano già in partenza a risultare più assertivo. 

Per far sì che entrino naturalmente nel tuo nuovo modo di comunicare è necessario giocarci un po’: prima in una situazione protetta (in un corso di formazione o puoi esercitarti da solə o con una persona fidata) e poi via via in situazioni più complesse o difficili.

Analizza il tuo comportamento

Fermati e ripensa al tuo comportamento dopo una discussione che per te è stata faticosa.

Ti suggerisco poi di appuntare su un quaderno i comportamenti che hai messo in atto in maniera automatica.
Puoi dividere il foglio in due colonne. A sinistra scrivi i comportamenti che vorresti modificare.
A destra prova ad immaginare un modo diverso di reagire alla stessa situazione o di comunicare lo stesso messaggio che hai tirato fuori in modo un po’ troppo diretto.

Non vuol dire che tu debba poi metterlo in pratica, ma ti aiuterà, col tempo ad immaginare nuove possibilità  e a considerarle applicabili.

Analizza il tuo pensiero

Anche lavorare sui propri pensieri può essere molto utile.

Per ogni comportamento che vuoi modificare, prova a chiederti quale pensiero lo ha scatenato: molto probabilmente se hai reagito in modo passivo o aggressivo era per difenderti da qualcosa che ti spaventa.

Usando lo stesso foglio diviso in due che abbiamo usato prima, a destra di ciascun pensiero, nell’altra colonna, prova a chiederti cosa potrebbe rassicurarti o farti reagire in modo più tranquillo. A volte anche solo dire ad alta voce un nostro timore può farlo sparire velocemente come una bolla di sapone.

Se da solə fai fatica e per te è importante, prendi in considerazione l’opportunità di rivolgerti ad unə psicoterapeuta: farsi guidare da un professionista può aiutarci a superare limiti che ci sembrano invalicabili e che noi stessi ci poniamo.

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Marianna Cerbone

Formatrice per lavoro e per passione. I miei corsi sono ad alta interattività con giochi, attività pratiche e momenti di confronto tra i partecipanti. La mia seconda passione è il teatro di improvvisazione e quando teatro e formazione si intrecciano, le energie e i risultati si moltiplicano.