Pensiero e linguaggio sono strettamente legati e si influenzano a vicenda.
Usare un linguaggio positivo ha quindi due bellissimi effetti collaterali: ci porta, parola dopo parola a pensare con più ottimismo e ha lo stesso effetto sul pensiero di chi ci ascolta.
Jovanotti nel suo periodo di esplorazione del mondo e delle culture cantava “Penso positivo”.
Se avesse parlato la lingua locale di tutti i posti che ha visitato forse avrebbe cantato anche “parlo positivo”.
Ma cosa significa linguaggio positivo? Come faccio a parlare in positivo?
Le parole del linguaggio positivo
Una parola e il suo sinonimo non sono esattamente la stessa cosa e possono avere accezioni e sfumature diverse.
Se vuoi usare un linguaggio positivo scegli sempre, quando possibile, il sinonimo con più sfumature positive.
“Odore” non è uguale a “profumo”,
“Cosa hai in testa?” è diverso da “Cosa pensi?”
e anche se non lo fai apposta, c’è il rischio che chi ti ascolta possa fraintendere.
La comunicazione è una faccenda complicata, ma alcuni fattori di rischio possono essere ridotti.
I tempi verbali del linguaggio positivo
Quante volte diamo ordini quasi senza accorgercene?
“Fai questo”
“Fai quello”
“Passami l’acqua”
“Smettila!”
“Mandami un messaggio”
Sono tutti imperativi e l’imperativo si usa per dare ordini.
Ora, magari sei cresciutə in un contesto in cui queste frasi sono molto comuni, in alcune regioni l’imperativo si usa moltissimo, ad esempio in Veneto.
Be’, se è così, queste frasi ti suonano ormai talmente bene che potresti non accorgerti del fatto che, anche con le migliori intenzioni, se le usi stai dando degli ordini.
A nessuno piace prendere ordini!
Per di più, chi proviene da una zona geografica diversa o da un contesto diverso potrebbe non essere così abituato a sentirsi dire frasi così dure.
Se vuoi abituarti ad usare il linguaggio positivo, puoi provare a usare meno gli imperativi e a trovare formule diverse.
Le negazioni non sono linguaggio positivo
Stiamo cercando le caratteristiche del linguaggio positivo, giusto? Prova ad indovinare le negazioni a che tipo di linguaggio appartengono?
Negazione somiglia moltissimo a negativo e queste somiglianze ce la contano lunghissima.
Un linguaggio positivo usa poche negazioni. Si concentra su cosa c’è, su come il mondo che descriviamo è (lo so, sembro yoda), non tanto su quello che manca.
“Non è male” può trasformarsi in “Mi piace abbastanza”
“Non uscire” può essere detto con un “Resta a casa”.
Meglio ancora se diciamo “Ti prego di restare a casa”, così evitiamo anche l’imperativo.
Pensiero positivo e linguaggio positivo
Per usare al meglio il linguaggio positivo serve allenarsi un po’ sulla tecnica. Lo ammetto, ci vuole tempo e magari il supporto di unə espertə.
Ma c’è un cambiamento molto potente che puoi provare ad innescare da subito e puoi cominciare anche da solə: pensa positivo.
Oltre ad ascoltare Jovanotti, tieni a mente qualche utile spunto da usare come linea guida:
- fai proposte invece di dare ordini;
- spiega il perché, quando chiedi a qualcuno di darti un’informazione o di compiere un’azione;
- descrivi quello che vedi e quello che vuoi invece di quello che non c’è o che non hai.
Se deciderai di seguire questa linea di pensiero le parole giuste verranno da sole.
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