Il mio metodo

Formazione esperienziale ©Marianna Cerbone

“Se ascolto dimentico, se guardo ricordo, se faccio capisco”

Confucio

Il gioco dell’apprendimento

Apprendiamo molto di più e molto più velocemente tramite attività pratiche e interattive, affrontando sfide che richiedono creatività , applicando strumenti pratici per raggiungere obiettivi sfidanti.  Esercitazione, sperimentazione, attività pratica…io lo chiamo “gioco” perché le regole sono quelle. Il divertimento è il mezzo, il fine sono precisi obiettivi didattici.

Memoria ed emozione

I circuiti cerebrali attraverso cui passano le emozioni sono strettamente legati ai circuiti della memoria. Qualunque emozione funziona. Ci ricordiamo tutti dove eravamo quando abbiamo saputo dell’attacco alle Torri Gemelle l’11 settembre del 2001: emozione sgradevole, ricordo impresso nella memoria. E ci ricordiamo di sicuro momenti emozionanti come la nascita di un figlio, la laurea o un importante successo sportivo: emozione positiva, ricordo impresso nella memoria. Se vogliamo che quanto proposto nella formazione venga ricordato (e usato volentieri nel quotidiano), meglio legarlo ad emozioni positive: più mi diverto, più mi ricordo.

Il contributo di tutti

L’adulto sa già molte cose. Un professionista, in particolare, porta con sé un’esperienza diretta del suo lavoro e della sua realtà. Dedicare alla formazione il tempo di un gruppo di lavoro, serve innanzitutto a condividere la conoscenza che è già presente, a farla circolare, renderla fruibile da tutti. Per questo motivo propongo sempre un’interazione elevata, lascio spazio alla discussione.

Il cambiamento avviene davvero?

Dipende. Siamo onesti, nessuno ha la bacchetta magica, neppure io. Il cambiamento avviene davvero, e di questo ne sono certa, se dopo l’esperienza formativa ci si allena giorno per giorno. Il mio proposito è quello di fornire strumenti pratici, applicabili da subito per produrre un cambiamento nel quotidiano. Nessuno ha la bacchetta magica, ma ognuno di noi ha un grande potere sui propri comportamenti.

Photo by Julian Hochgesang.