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Dipendente o freelance?

Il lavoro da dipendente e la libera professione non sono solo due modi diversi di lavorare, ma sono una vera e propria scelta di vita.

Ho iniziato la mia carriera in azienda, ho fatto parte di organizzazioni molto grandi e molto piccole e da diversi anni ormai svolgo più o meno lo stesso lavoro di prima, stavolta da freelance.

Questo passaggio dall’una all’altra modalità mi ha fatto spesso riflettere su quale fosse la strada migliore.

Condivido qui sotto le mie considerazioni, potrebbero esserti utili se stai meditando di fare un salto nell’una o nell’altra direzione.

Cosa sia meglio lo sai solo tu

Innanzitutto togliamoci dalla testa che una delle due vie sia necessariamente meglio dell’altra. Lo è solo in base a chi sei tu, alle tue esigenze e anche a come gestisci lo stress.

Anche cosa ti provoca più stress può fare decisamente la differenza.

L’idea di non avere un’entrata fissa ti manda in paranoia? Metti in conto che da freelance ci saranno dei mesi in cui potresti incassare la bellezza di…zero entrate, soprattutto all’inizio.

Dover sottostare alle decisioni del tuo responsabile ti provoca l’ulcera? Ora, non è che in libera professione tu possa fare esattamente tutto quello che vuoi, quando ne hai voglia (anzi, le gestione del tempo e la definizione degli obiettivi sono fondamentali), ma di sicuro chi decide sei tu e i gradi di libertà aumentano notevolmente.

Negli orari standard di ufficio sei poco produttivə e senza energie? Ecco questo a mio avviso è uno dei più grandi benefici del lavoro da freelance: puoi organizzare le tue giornate in base a quando rendi di più. Se sei bravə, con il tempo riuscirai a lavorare meno, rendendo molto più di prima.

Attenzione però, non è rose e fiori come sembra: all’inizio potrebbe essere davvero molto difficile strutturare le tue giornate e venire a capo delle mille attività di cui ti dovrai occupare.

Sei molto bravə nel tuo lavoro, ma non ne vuoi sapere di occuparti di marketing, vendita, contabilità, pianificazione ecc…? Lascia perdere la libera professione, te lo dico con il cuore in mano. 

Basta farsi questa semplice domanda: se non lo fai tu, chi se ne occupa?

Certo, puoi delegare tutte le attività che vuoi (e credo sia un’ottima idea, quando arriva il momento giusto), sempre che tu sia dispostə ad investire molto denaro, ma il centro di tutto sarai sempre tu. Delegare non significa dimenticarsene, dovrai comunque coordinare le attività.

La gestione economica

L’aspetto più ovvio del passaggio da dipendente a freelance è che tu diventi la tua stessa azienda.
Questo comporta l’onere-onore di prendere decisioni economiche per portare a casa l’obiettivo.

Elenco qualche piccolo suggerimento che arriva dritto dritto dalle porte sulle quali mi sono schiantata nel tempo.

Valuta la tua propensione al rischio: fare impresa comporta l’accettazione del rischio. Anche se sei preparatissimə e hai un’idea imprenditoriale strepitosa, qualcosa andrà male, è nella natura delle cose.

Io non avevo minimamente questo tipo di mentalità quando ho iniziato, ma ho investito in formazione e col tempo ha fatto la differenza.

Affidati ad un eccellente commercialista. Deve ispirarti fiducia, essere disponibile quando ne hai bisogno, aggiornarti costantemente sulle novità e avere competenza nel tuo campo. Il mio è un punto di riferimento, senza di lui non avrei dormito negli ultimi sei anni.

Elabora e tieni d’occhio costantemente i tuoi obiettivi economici e pianifica accuratamente quando farlo. Dovrebbe essere una delle prime attività da inserire nel tuo planning mensile e settimanale.

Non aver paura di chiedere soldi per il tuo lavoro. Va benissimo qualche attività promozionale, ok prezzi bassi all’inizio che crescono con il tempo, ma ricordati che stai dando valore. È lavoro, non beneficenza.

Personalmente ho notato che noi donne siamo affette più frequentemente degli uomini dal disagio del chiedere un corrispettivo economico per il nostro lavoro. È importante lavorarci e superare questo blocco.

Gestione del tempo

Nessuno ti correrà dietro per ricordarti che devi progettare il nuovo corso, preparare i materiali, testare gli strumenti, firmare le lettere di incarico (magari leggendole prima), inviare le fatture ecc…

Tipicamente il cliente bussa alla tua mail quando vuole fissare con te un allineamento e quando è il momento di erogare il corso (o qualunque sia il servizio che offri).

Tutto il resto è nelle tue mani. Se non vuoi perderti pezzi per strada o passare le notti a lavorare perché “non hai fatto in tempo a…”, impara a gestire il tuo tempo. 

Ti cambierà la vita, soprattutto perché ci metterai meno a svolgere le attività il che significa...lavorare meno (o fare più cose, questo sta a te).

La tua propensione alla formazione

C’è un motivo se credo così tanto nel mio lavoro: la formazione porta risultati.

Richiede tempo, non è una pillola per il mal di testa che agisce in cinque minuti, ma se scegli accuratamente il corso che ti serve e se ci dedichi tempo e impegno porterà risultati, non si scappa.

Accertati periodicamente di avere il giusto grado di preparazione che ti serve a svolgere le tue attività.

Non significa solo avere tanta esperienza nel settore, ma vuol dire aggiornarsi, restare al passo con le tendenze, con i competitor, con ciò che i tuoi clienti vogliono.

Formati anche su argomenti che non sono strettamente legati ai servizi che offri, ma a come gestire la tua attività.

Io da formatrice seguo periodicamente corsi di formazione sugli argomenti che tratto, ma ho anche fatto un grande investimento su un corso per sviluppare la mentalità imprenditoriale e su come gestire la mia attività.

Scegli accuratamente cosa vuoi imparare e altrettanto accuratamente da chi lo vuoi apprendere: non impariamo tutti allo stesso modo, trova quello che funziona di più per te e scegli il docente che ti fornisce gli stimoli più adatti al tuo modo di imparare.

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Marianna Cerbone

Formatrice per lavoro e per passione. I miei corsi sono ad alta interattività con giochi, attività pratiche e momenti di confronto tra i partecipanti. La mia seconda passione è il teatro di improvvisazione e quando teatro e formazione si intrecciano, le energie e i risultati si moltiplicano.